Marco Giangrande

Che male c'è

Casa Editrice Longanesi&C., 2022

Con una Vespa Special, una giacca colorata e un walkman ficcato sulle orecchie, il giovane Zez si sente pronto a tutto tranne che a una cosa: abbandonare la sua città, Napoli.

Ma imparerà che da ogni strada presa per errore, da ogni perdita e da ogni sbaglio si può uscire vivi e più forti.

Divertente, tenero e ironico, Che male c’è racconta gli anni più belli della generazione di chi era giovane negli anni Ottanta.

Gli anni Ottanta, gli anni delle spalline e delle Timberland, degli zaini Invicta e delle 50 Special. E poi la musica, la lingua, i profumi, i colori di un Sud avvolgente, suadente, anche un po’ invadente, nel cuore di un’Italia in pieno edonismo economico.
I suoi amici lo chiamano Zez, da Zezo, che a Napoli significa «cascamorto». Una famiglia borghese come tante, la vita di quartiere, il calcio di strada come collante sociale, e soprattutto gli amici: unici, speciali, insostituibili, a costituire il bozzolo della sua adolescenza, a proteggerlo dalla sua timidezza e dal suo sentirsi inadeguato al mondo. E poi le temute ragazze, guardate con occhi incantati in una Napoli solare, limpida, magnetica.
Ma, all’improvviso, lo strappo. Con il trasferimento al seguito del padre e della famiglia in un’altra città, distante centinaia di chilometri, Zez perde tutti i suoi riferimenti e si ritrova solo nel momento più difficile, quello del passaggio verso l’età adulta.
È soltanto la prima tappa di un turbinoso crescendo di eventi che lo accompagneranno fino all’ingresso del nuovo millennio, tra personaggi stralunati, situazioni grottesche, amori complicati e un lavoro fuori dall’ordinario. Divertente, tenero e ironico, Che male c’è racconta gli anni più belli della generazione di chi era giovane negli anni Ottanta.

Marco Giangrande (1970), salentino d’origine e napoletano di formazione, ha conseguito una laurea in Economia e ne ha in cantiere una seconda in Storia Contemporanea. Vive e lavora a Milano con la moglie e i figli dove trascorre le sere a studiare Colonialismo e Guerra Fredda e le notti a scrivere storie di innocenti evasioni. Che male c’è è il suo romanzo d’esordio.

Pagine: 304

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