Giuseppina Manin

Giuseppina Manin collabora alle pagine Spettacoli e Cultura del Corriere della Sera. Si occupa di teatro, musica e cinema. Presso Guanda ha pubblicato quattro libri con Dario Fo: Il mondo secondo Fo. Conversazione con Giuseppina Manin, Il Paese dei misteri buffi, Un clown vi seppellirà e Dario e Dio. Sempre per Guanda ha pubblicato Nel giardino della musica. Claudio Abbado: la vita, l’arte, l’impegnoHo visto un Fo e Complice la notte.

Ho visto un Fo

Ugo Guanda Editore

A Stoccolma sono i giorni della cerimonia del Premio Nobel. Ma quell’anno, nella Gran Sala del Palazzo Reale, davanti agli Immortali c’è uno dei laureati più sorprendenti e fantastici che si siano mai presentati, il giullare che si fa beffe del potere, il sovversivo che si diverte a mettere a nudo re e papi, la voce e il corpo di una tradizione teatrale che ha origini molto lontane: Dario Fo.
Giuseppina Manin, che a quella cerimonia ha partecipato come inviata del Corriere della Sera, ripercorre l’evento vent’anni dopo lasciando che la memoria corra, l’immaginazione voli, sulle tracce della sua storia meravigliosa. Sogni, visioni, ricordi, testimonianze, aneddoti si mescolano alla realtà, tra Sale Blu, ricevimenti sontuosi, Grand Hotel, vie, piazze e canali della capitale svedese, dove si possono fare imprevedibili incontri. Ecco Dario che riavvolge i fili degli strabilianti racconti dei fabulatori del lago, i primi maestri di narrazione, ritrova l’emozione della scoperta della pittura e del teatro, due amori che coltiverà in parallelo per tutta la vita. E poi la passione più grande, Franca Rame, con la quale ha diviso la sua parabola umana e artistica. E ora è al suo fianco in quella sera incantata e un po’ buffa del Nobel.  
A un anno dalla morte, Dario Fo torna a vivere in queste pagine con la forza provocatoria e l’allegra impudenza del suo essere attore, drammaturgo, uomo di cultura e di grande umanità. Sempre pronto a rovesciare il senso delle cose, a denunciare torti e ingiustizie, e a ridere sull’assurdo dell’esistenza. Fino all’ultimo giorno.

pp.168

Dario e Dio

Ugo Guanda Editore, 2016

Maestro di teatro e di letteratura, Dario Fo da sempre è un ateo militante, ma anche un curioso del sacro, che ha esplorato a più riprese in molte opere, a cominciare dal suo capolavoro, Mistero buffo. Il sacro, la Chiesa, i santi e i fanti nel corso del tempo sono stati non soltanto i suoi bersagli, ma i suoi interlocutori privilegiati. Dall’immenso patrimonio dei testi ufficiali e apocrifi, della cultura popolare, dell’arte visiva ha tratto spunto per riletture personalissime della Bibbia e dei Vangeli, della figura di Maria, del rapporto di Gesù con le donne, dell’invenzione della Chiesa e delle sue tante malefatte. Tutto questo con ironia provocatoria, mai blasfema o irrispettosa. E ora, arrivato ai novant’anni, Dario Fo decide di tirare le somme della sua lunga e avventurosa esplorazione nei misteri più o meno buffi della fede e della religiosità. Sollecitato da Giuseppina Manin, si diverte a fare i conti a modo suo con Dio e quel che ne consegue: dalla Genesi all’Apocalisse, dall’Inferno al Paradiso, dal Regno dei Cieli a quello degli uomini.

pp.192

Complice la notte

Ugo Guanda Editore, 2021

Succede di notte. Una notte di inizio marzo del 1953. Il fruscio della puntina scava il solco di un disco che gira a vuoto. Si direbbe che l’uomo riverso sul divano sia addormentato se non fosse per la mano inerte, protesa verso il pavimento quasi a cercare un appoggio. Nella dacia di Kuntsevo, una manciata di chilometri da Mosca, dentro un bosco di querce e pini, aceri e betulle, tutto è silenzio ormai. La neve cade senza tregua, copre ogni rumore, tranne quell’insistente strofinio sulla gommalacca del 78 giri, edizioni Mélodyia, ascoltato così tante notti, e anche quell’ultima. Mozart, chissà per quali vie segrete, era riuscito a giungere nella zona oscura dell’anima di Iosif Vissarionovič Džugašvili, in arte Stalin, fino a strappargli delle lacrime. Ma a turbarlo non era soltanto la musica. Era chi la eseguiva: la pianista Marija Judina. Poco nota in Occidente perché osteggiata dal regime sovietico per la religiosità estrema e la spregiudicatezza intellettuale, Marija Judina è stata una delle grandi figure del pianismo russo del Novecento. Intrecciando documentazione storica e libertà narrativa, questo libro racconta la storia di una donna appassionata e ribelle, una «monaca» in scarpe da ginnastica innamorata di Dio e di Bach, paladina di tutte le avanguardie. Leggendari il suo scontro con Stalin, che pur tenendola a distanza ne apprezzava il talento geniale, e i suoi incontri con poeti e musicisti scomodi come Achmatova e Mandel’štam, Šostakovič e Prokof’ev. Il ritratto di un’artista eccentrica, protagonista di tempi roventi.

pp.240

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