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Francesco Pecoraro

Lo stradone

Ponte alle Grazie, April 2019, pp.448

Primi anni Venti di questo secolo nella «Città di Dio», decadente metropoli che assomiglia molto a Roma. Un uomo di circa settant’anni osserva dal settimo piano della sua palazzina le vicende dello «Stradone»; i tanti personaggi che lo percorrono incarnano tutte le forme del «Ristagno» della nostra società. Invecchiamento e conformismo, razzismo e sessismo, sopravvivenze popolari e «trentelli» rampanti, barbagli di verità, etnie in conflitto, il fantasma dell’integralismo islamico, la liquefazione di sinistre e destre e della classe media in un unico «Grande Ripieno»: nulla sfugge a questo narratore disordinato ma perspicace, che pare saper restituire meglio di chiunque – con ironia, cinismo, nostalgia, umorismo – il non senso del nostro presente. Racconta anche, l’uomo senza nome, la propria esistenza di «Novecentesco», aspirante storico dell’arte, funzionario di Ministero, uomo che ha creduto nel comunismo e poi si è fatto socialista e corrotto, con i suoi amori e, oggi, l’ossessione per la vecchiaia, la malattia, la pornografia; e ricostruisce infine – con documenti veri o quasi-veri – la storia di un quartiere i cu iabitanti, operai e proletari, per secoli e fin oltre la metà del Ventesimo, hanno prodotto qui i mattoni di cui è fatta la Città: il quartiere più comunist ae antifascista di tutti, forse visitat oda Lenin – personaggio inatteso di queste pagine – nel 1908.Il risultato è un libro certamente unico nel panorama letterario non solo italiano, in cui la passione politica, antropologica e linguistica, le vicende di una vita, di un quartiere, di un intero secolo concorrono a un’esperienza di lettura memorabile: un’illuminante – tragica ed esilarante – avventura di conoscenza.

Ponte alle Grazie, April 2019, pp.448

Francesco Pecoraro

Francesco Pecoraro, romano, ha pubblicato per Ponte alle Grazie i romanzi La vita in tempo di pace (2013; premio Viareggio, finalista premio Strega, tradotto in cinque lingue), Lo stradone (2019; finalista Premio Campiello) e Solo vera è l’estate (2023), e i racconti di Camere e stanze (2021). Ricordiamo anche le prose di Questa e altre presitorie (Le Lettere, 2008), le poesie di Primordio vertebrale (Ponte Sisto, 2012) e il «poemetto» Nodulo (Tic, 2021).

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