Francesco Permunian

Francesco Permunian (Cavarzere, 1951) vive e lavora da molti anni sul lago di Garda. Ha pubblicato diversi libri, tra cui Costellazioni del crepuscolo (Il Saggiatore, 2017), Sillabario dell’amor crudele (Chiarelettere, 2019, Premio Dessì), Giorni di collera e di annientamento (Ponte alle Grazie, 2021), Elogio dell’aberrazione (Ponte alle Grazie, 2022). Su di lui e sulle sue opere hanno scritto i maggiori critici italiani.

Il dottor Lunfardo, in arte Don Fifì, sognava di diventare un cantante confidenziale, un crooner alla Bing Crosby. Disgraziatamente, ha invece scritto un libro e ha avuto un successo clamoroso: ha vinto il Premio Strega, è stato risucchiato nell’orribile mondo dell’editoria e si è rovinato la vita. Ora cerca invano un po’ di quiete sulle rive del lago di Garda, assediato da seccatori, familiari, incubi e ipocondria. Intorno al nostro «eroe» si dimena una miriade di soggetti improbabili. Procaci prostitute neofasciste in sella a rombanti sidecar Zundapp della Wehrmacht, anziani dentisti sulla strada della demenza sempre fedeli al proprio trapano a pedale, demoniache sirene palustri, barboni ferroviari un tempo re della rubinetteria di lusso, pellegrini invasati tra Lourdes e i santuari gardesani, stagisti stalker, suicidi improbabili, aspiranti scrittrici vanagloriose, impegnativi ménage à trois condotti da bambole di celluloide gelose… Sullo sfondo, la provincia italiana all’epoca della pandemia globale. Un circo, un «bislacco e sguaiato teatrino umano»: Permunian ci consegna con Giorni di collera e di annientamento un romanzo giocoso e feroce, una satira spietata, popolata da personaggi assurdi, grotteschi, umani troppo umani.

pp.176

Elogio dell'aberrazione

Ponte alle Grazie, 2022

La storia perversa del giornalista Tito Maria Imperiale e di aberrazioni, depravazioni, vizi privati di una provincia grottesca, esilarante e miserabile allo stesso tempo.

Sulle rive del lago di Garda, Tito Maria Imperiale, redattore di un giornale locale, organizza insieme alla moglie Ofelia sconci eventi privati a cui partecipano aspiranti scrittori e intellettuali. Nonostante la loro unione felice, fondata sulla condivisione delle più varie perversioni, la moglie lo lascia e Tito va in crisi. Nel tentativo di venire a capo della solitudine, Tito comincia a delineare un quadro disperato e comico di personaggi grotteschi quanto lui: un vecchio docente universitario perseguitato dai fantasmi; un aspirante regista intenzionato a girare il sequel del Salò di Pasolini nei luoghi della Repubblica Sociale Italiana; un improbabile filosofo a caccia di anelli vescovili da baciare.

pp.208

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